Molto spesso quando si sente parlare di Yoga, balena subito in mente l’immagine di uno Yogin seduto in meditazione, mani raccolte in un mudra (gesto fatto con le mani), occhi chiusi…..oppure impegnato nella ripetizione dell’Om. Quest’immagine stereotipata il più delle volte fa sorgere nelle persone un certo pregiudizio, che associa lo Yoga a qualcosa di statico, noioso e ripetitivo….qualcosa di inconciliabile con le personalità più dinamiche ed energiche, insomma una disciplina fatta per chi sia poco incline a fatica e sudore.
Seppure l’immagine iniziale non sia affatto distante da ciò a cui va naturalmente incontro un praticante di Yoga (meditazione e ripetizione di mantra sono parte integrante di qualsiasi pratica yogica), è quantomeno riduttivo pensare che debba svolgersi tutto lì, seduti immobili in silenzio.
Yoga è lavorare su stessi a 360°, attraverso un percorso personale:
-sul proprio corpo, attraverso posizioni specifiche (Asana) che possono essere svolte in maniera statica o dinamica (lavoro anaerobico o aerobico), sviluppando forza e flessibilità;
-sulla propria mente, sviluppando concentrazione, calma, presenza interiore, per esempio attraverso Pranayama (esercizi respiratori) o Asana di equilibrio;
-sul proprio spirito, dando respiro alla nostra interiorità, troppo spesso soffocata dai ritmi di vita odierni o da uno stile di vita che ci va stretto; questo è ciò che avviene quando ci si avvicina alla meditazione, quando si cerca di placare e rallentare il flusso ininterrotto di pensieri che ci accompagna 24 ore al giorno, sottoponendo il nostro sistema nervoso ad uno stress a dir poco notevole.
Con questa premessa si può ben asserire che lo Yoga sia rilassante, ma non nel senso comune collegato ad un certo “risparmio energetico”, bensì tutto al contrario nel senso di “ricarica” di energie positive, fisiche e mentali, che portano vigore e rinnovamento al nostro essere nella sua integrità e completezza.
Molto spesso una lezione di Yoga comporta fatica e sudore, in senso fisico e anche metaforico, ponendoci di fronte ai nostri limiti e offrendoci i giusti strumenti per superarli di volta in volta, da cui nasce il senso di Yoga come percorso.
Hari-Yoga è tutto questo. Uno stile che si differenzia da tutti gli altri per essere uno stile “libero”, scevro da rigidi dogmi da seguire, libero da regole indiscutibili che devono essere seguite perché qualcuno a suo tempo ha deciso che era il modo migliore per ottenere il “giusto risultato”. Prima di tutto perché non esiste “il” giusto risultato, ma soltanto il risultato giusto “per noi”, che dipende da quello che si cerca. E poi perché, man mano che si avanza nella pratica, l’immagine del risultato finale svanisce, lasciando spazio al percorso, al momento presente. Vale a dire che ognuno si avvicina allo Yoga con una motivazione diversa, che può essere la ricerca della salute fisica, il miglioramento del proprio aspetto, il sollievo dallo stress quotidiano e chi più ne ha più ne metta …. ma poi ci si accorge che la spinta iniziale lascia a poco a poco spazio alla motivazione ideale per cui praticare Yoga, ossia farlo senza nessun motivo particolare, soltanto per il piacere di farlo!